sâmbătă, 5 ianuarie 2013

Mariangela Demurtas: „Anche quando sono in vacanza non riesco mai a stare ferma”

Mariangela Demurtas, la solista del gruppo Tristania, vive in Norvegia, ma torna ogni  anno per le feste nella sua Sardegna natale. Nemmeno qui però riesce a stare lontana dal palcoscenico, ed infatti ha fatto due concerti, in Bitti e Sassari. La cantante ci ha parlato non solo del suo nuovo album che uscirà quest’anno a maggio, ma anche dei suoi altri progetti.

- Dopo un anno pieno di concerti, piu il lavoro per il nuovo CD di Tristania, sei tornata in Sardegna. Come ti senti qui, sei piu tranquilla?
- Ovviamente, il senso di pace, di tranquillita che trovi a casa e unico. Ci tengo sempre a tornare a casa per le feste o comunque non appena posso. Capisco che la situazione in Italia adesso non sia delle piu semplici, quindi mi spinge comunque a stare fuori, pero mi interessa molto il sviluppo della mia zona, quindi magari un giorno posso tornare e cercare di aiutare qua invece di stare all’estero. Ancora non lo so.

- Sei tornata in Sardegna ogni anno per le feste?
- Sì, io ritorno per le feste, come Natale e Pasqua, e d’estate ovviamente, per esempio un mese o due.

- Non sei mai rimasta per Natale in Norvegia?
- Sì, solo il primo anno, quando mi sono trasferita ho passato il Natale a casa di Anders (Hidle, chitarrista di Tristania - nota editoriale) e dei suoi genitori.

- Sono molto diverse le tradizioni norvegesi da quelle sarde?
- Sono totalmente l’opposto. Sono molto diverse, sono impostate diversamente. Forse qui sono un pò più aperte, socievoli, perché in Norvegia, per esempio, a Natale si riunisce specialmente la famiglia e si tende a passare i giorni con la famiglia, invece in Sardegna magari si passa un giorno o una sera in famiglia e poi si sta fuori, con gli amici, assolutamente.

- Non sei venuta solo per la vacanza, ma hai cantato in Bitti e Sassari. Che puoi dirmi di questi concerti?
- Sono andati benissimo. Anche quando sono in vacanza non riesco mai a stare ferma, devo sempre fare qualcosa. Mi pongo degli obiettivi molto spesso e cerco di fare delle cose nuove. Per quanto riguarda i concerti, mi piacerebbe portare avanti il progetto, perche comunque è un tipo di live diverso di Tristania, comunque mi permette di esprimermi anche in maniera un pò più intima, con pubblico insomma. Così sarei l’unica protagonista, insieme al chitarrista, ovviamente. E siccome mi diverto tantissimo intrattenere il pubblico, allora trovo questo tipo di espressione fuori dallo stile norvegese, scandinavo.

- Come si chiama il chitarrista?
- Francesco Marras, è molto bravo.

- Hai cantato solo metal?
 - Si, solo cover rock-metal, da Faith no More a Kiss, Alice in Chains, Nirvana, sicuramente qualcosa di Metallica e Iron Maiden, Ronnie James Dio, Black Sabbath, Motorhead... Ma a Bitti no. Bitti è un discorso diverso. Come anche nel mio luogo di provenienza, ovviamente vengono persone di diverse fasce d’eta a sentirmi, e quindi scelgo un repertorio più blues, pop, jazz, che è una musica che io adoro. Quindi riesco ad attirare un pò tutti.

- Che cosa è cambiato nella tua vita dopo che ti sei trasferita in Norvegia?
- E cambiato tantissimo! Allora, inanzitutto è stato uno scambio culturale sempre positivo a livello personale. Ho sempre lavorato molto su questo, per me stessa, e trasferirmi in un paese totalmente diverso significa andare incontro a tante difficoltà, significa anche crescere più in fretta, mi sono trovata in situazioni che non avrei mai immaginato, ma me la sono cavata. Adesso mi ritrovo ad avere un’appertura maggiore rispetto a prima e ho sviluppato la capacità di vivere in posti dove c’e un’altra cultura, un’altra mentalita. Mi è servito.

- Con Tristania lavori per un nuovo CD. Cosa mi puoi raccontare, come va il lavoro? Avete scelto il titolo definitivo? Quanti pezzi saranno?
- Stiamo ancora discutendo sul nome del album, dobbiamo ancora decidere. Per quanto riguarda i pezzi, siamo ancora in fase decisionale, quindi ancora non potrei dire il loro numero. Però potrei dire che i pezzi sono molto più diretti ed energici respetto a quelli di „Rubicon”. „Rubicon” e nato in una situazione decisamente più difficile, in un momento in cui praticamente tutta la band si stava riformando. Molti membri sono cambiati, e quindi ci siamo ritrovati faccia a faccia senza conoscerci troppo, ne artisticamente, ne personalmente. Per me era una cosa totalmente nuova. Abbiamo scritto i pezzi cercando di venirci incontro l’uno con l’altro. In quest’ultimo album, invece, conoscendo già il potenziale delle persone con cui stiamo lavorando, come band, siamo riusciti a lavorare molto più sul suono, sull’energia, sulla definizione dei pezzi, moltissimi dei brani di questo nuovo album mi piaciono tanto. Sono molto fiduciosa nei confronti di questa nuova uscita.

- Si sa che hai un workshop di songwriting, allora vorrei chiederti se hai lavorato anche ai testi delle canzoni del vostro nuovo CD.
- Per quanto riguarda le canzoni di Tristania, io non scrivo i testi. Ho collaborato con due testi del vecchio album, ma non sento di identificarmi nello songwriting, alla parte dei testi appunto. Penso di avere qualche idea un pò diversa, forse di lavoro un pò più personale, quello sì, e in fatti scrivo i miei pezzi apparte, ho le mie canzoni, ho le mie cose, e li e dove attualmente posso esprimermi il mio tocco personale. Quindi, quando faccio corsi di songwriting, cerco di aiutare le persone a capire come fare un pezzo che possa essere ascoltato, che possa essere presentato alle altre persone. Ovviamente ognuno ha il suo stile personale, però è giusto anche sapere che esistono delle strategie, elementi dove io posso aiutarli comunque a fare un brano migliore, magari meno stancante o meno vago, più preciso, più conciso, e far vedere un pò come lavoro io. Quello che io insegno sulle parole è strettamente personale, mentre quello che io insegno sulle melodie è una cosa un pò più generale. Ovviamente spiego un pò dei dettagli sul mio stile, sul mio modo di fare una canzone o un brano strumentale ed insomma do un punto di partenza da dove poi ognuno crea e sviluppa la propria idea.

- Hai detto che hai scritto canzoni tue personali, ci sarà un CD di Mariangela Demurtas solo?
- Ci sarà per forza, sento un forte bisogno di poter esprimermi in modo libero attraverso la mia musica. Ho sempre scritto delle canzoni da quando ero una bambina, quindi l’unica differenza è che con Tristania c’è un’identita molto forte, scandinava e tipica del nord, e io ovviamente avendo un carattere molto southern, del sud, non mi identifico con questo modo di essere troppo severo, troppo scuro. Le tematiche mi piaciono e mi piace interpretarle, quello è sicuro. Però dal punto di vista dell’atteggiamento molte volte mi piacerebbe esplodere un pò.

- Sei anche conosciuta per i tuoi corsi di canto.
- Sì, ho fatto vari workshop sul canto, in Norvegia ne ho già presentato tre o quattro volte ma ancora non l’ho fatto all’estero. Conto pero di poterlo fare anche all’estero e spostarmi per fare un corso un pò itinerante e divertirmi un pò con questo tipo di prodotto che, secondo me, è una svolta nel mio futuro come cantante.

- Hai anche alunni italiani in questi corsi?
- Sì, ho alunni italiani, ma sono dei bambini delle scuole elementari, che vogliono imparare italiano perchè hanno un genitore italiano. Però non ho allievi italiani per quel che riguarda il canto. Ho specialmente molti norvegesi. Per il momento la cosa più simpatica è riuscire a smuovere un pò queste persone molto timide, è stato divertente dal mio punto di vista.

- Con questo tipo di corso, in Sardegna, pensi di poter trovare una nuova Mariangela?
- Sì, io veramente conosco già la Mariangela della Sardegna. Sicuramente la Mariangela di oggi ha molto più coraggio di prima e lo sviluppo è costante, per quello che propongo cose nuove. Oggi mi sento sicuramente più responsabile nei confronti della mia societa e delle persone che mi sono attorno. Quindi prendo la responsabilità di lavorare su me stessa, di scoprire le cose migliori per poter darle anche agli altri. E cio che faccio quando vado in giro con miei workshops, i seminari, mi piace tantissimo quando le persone scoprono qualcosa in se stesse, perche so come l’ho scoperto io.

- Pensi che il publico sardo è pronto per i concerti rock?
- Non lo so, proviamoci (risate). Non sono ancora pronti per questo tipo di musica, secondo me. Ma ti dirò, a seconda di come tu proponi determinate cose riesci a convincere che potrebbe esserci qualcosa di interesante. Ovviamente non puoi sbattere una cosa nuova in faccia alla gente cosi, senza avere la sensibilità di capire che comunque devono arrivarci. Io vengo da un paese piccolissimo, dove veramente c’è una chiusura estrema, perche non ci sono scambi, siamo solo noi sardi, non c’e nessun altro. E lì non hanno neanche mai sentito parlare di metal a nessun livello. Forse loro collegavano il metal alle cose come le messe nere, quindi figurati come è stato per me.

- Nel 2013, Tristania va a cantare al grande festival di Wacken. Per voi questa è la quarta volta che andate al Wacken Open Air. Che significa tornare lì?
- Sarà un sacco di casino! Significa tanta gente, significa che sicuramente  sarà bellissimo suonare davanti ad un grande pubblico, incontrerò tanti amici nel backstage, e bellissimo! E un festival fantastico, senza nulla togliere alla qualità di altri palchi di questo genere. Quindi, è bello andare a Wacken, ovviamente però ci sono anche tante band, con un’organizzazione di questo tipo non hai tempo di caminare, di rilassarti, sei trasportato da una parte all’altra e poi canti, suoni,e subito dopo ti smontano tutto e  devi andare via. Una volta non ho avuto tempo per dormire, sono riuscita a chiudere gli occhi solo due ore, ero stanchissima. E una cosa enorme, quindi alla fine c’è un sacco da fare.

- Il nuovo CD uscirà sui mercati a maggio, ci sarà un tour per promuovere questo album?
- Oh, yes! Sì, faremmo un tour per promuovere il CD, ancora stiamo decidendo le date, dove, come, con chi eccetera. Quindi ancora siamo nella fase di sviluppo. Adesso, che mi vengono in mente, come festival, abbiamo il Wacken in agosto, poi ovviamente tutti gli altri festival saranno da decidere a gennaio-febbraio, fare il booking. Quindi, ancora non so.

- Hai detto di Sibiu, che cosa ti ricordi di quel festival?
- E stato bellissimo, mi ricordo che la città era molto carina, siamo andati a piedi fino alla piazza passseggiando dove c’erano tutti i bar, i negozzi. Mi ricordo che io e la mia band siamo usciti a fare shopping e poi siamo andati al concerto.Erano tutti molto gentili ed il cibo buonissimo. Durante il concerto mi sono divertita tantissimo, la qualità del suono era ottima, non ho veramente niente da ridire. Se ricevessi un’altra proposta per tornare lì, direi sicuramente sì. E poi sono stata benissimo anche a Bucarest, nel  2012, per dire la verita. Era un festival molto grande, B’estfest. Bello, davvero. In Romania mi sono trovata benissimo. Mi ricordo che una volta ci siamo fermati per comprare la frutta fresca, per strada.

- Grazie per l’intervista.
- Multumesc!